Stima delle emissioni, della dispersione e delle ricadute di composti odorigeni emessi da aziende zootecniche
Il nostro studio ha iniziato ha occuparsi delle emissioni di aziende zootecniche e impianti industriali ben prima dell’uscita della DGR n.3018/2012. In questi anni abbiamo fornito consulenza e sviluppato diverse tipologie di indagine sulle emissioni per oltre trenta azienda in diverse regioni italiane.
Le differenti tipologie di impianti che abbiamo preso in esame ci consentono di disporre dell’esperienza necessaria ad affrontare le più diverse casistiche. Lo studio dispone quindi delle competenze necessarie per un ampio ventaglio di servizi e interventi su questo tema.
Nel corso degli anni abbiamo assistito oltre 50 aziende (zootecniche, impianti a biogas, impianti di trattamento della FORSU) nella valutazione delle loro emissioni. 

Il rilascio di composti odorigeni - le sostanze che vengono percepite come odore dal nostro olfatto - sono regolate in Lombardia dalla DGR n. 3018/2012 "Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno" e dalle relative Linee GuidaLe aziende zootecniche che devono presentare una Relazione di impatto odorigeno sono quelle sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)  e Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).

Le Linee Guida della Regione Lombardia, forniscono prima di tutto indicazioni circa un percorso di valutazione delle emissioni e di determinazione del potenziale disturbo mediante l’applicazione di metodologie di misura quantitativa. Esse prevedono l’impiego di strumenti di dispersione modellistica per valutazioni di carattere previsionale. 
Le Linee Guida non forniscono nella realtà limiti vincolanti, ma prescrivono che lo studio di impatto odorigeno sviluppi mappe di impatto "dove devono essere riportati i valori di concentrazione orarie di picco di odore 98° percentile su base annuale, così come risultanti dalla simulazione a 1, 3 e 5 uoE/m3 al fine di consentire alle autorità regolatorie di disporre delle informazioni necessarie per valutare la compatibilità ambientale dell'impianto o dell'attività in esame in relazione al contesto in cui si realizzano. 

La procedura per la valutazione dell'impatto odorigeno richiede l'applicazione di un modello di dispersione atmosferica (Calpuff). In via preliminare è necessaria la raccolta di informazioni sulle caratteristiche dell'Azienda, del territorio e della meteorologia.

L'elaborazione modellistica evidenzia in quali zone potranno essere percepiti odori sgradevoli e quale porzione della popolazione sarà interessata.
Questo è espresso graficamente dalle mappe di impatto odorigeno.

In situazioni di particolare criticità o dove sia richiesto dall'autorità competente (ARPA) le elaborazioni possono essere integrate da campionamenti di aria ambiente. Sui questi campioni provvederemo ad una valutazione mediante olfattometria dinamica.

Misura di inquinanti atmosferici presso le aree di indagine permanenti della Rete Nazionale per il Controllo degli Ecosistemi Forestali (CON.ECO.FOR.)
L'attività realizzata su un arco di tempo di quasi vent'anni ha fornito un quadro delle concentrazioni di inquinanti atmosferici, in particolare l'ozono troposferico, presenti presso le aree di indagine. Queste informazioni hanno fornito un elemento importante per comprendere le interazioni tra ecosistemi forestali e attività umane.

La rete delle aree CON.ECO.FOR.

Il Programma CON.ECO.FOR, è basato su 31 aree permanenti (definite di II Livello) distribuite su tutto il territorio nazionale, rappresentative di tutte le principali comunità forestali italiane (faggete, peccete, cerrete, leccete, foreste planiziali, ecc.); 24 aree su 31 si trovano in aree montane, tra 700 e 1900 m s.l.m., 17 sono ubicate nel territorio di aree protette, mentre in 22 aree sono presenti habitat o specie di interesse comunitario o prioritarie (Direttiva Habitat CE n. 92/43).

Presso le aree di indagine sono stati installati strumenti per la misura delle concentrazioni di inquinanti

Misura e analisi  delle precipitazioni sottochioma 



Misure di inquinanti atmosferici in aree protette - Indagine presso il Parco nazionale Dolomiti Bellunesi
L'attività, realizzata su incarico di Ambiente Italia srl,  è consistita nel monitoraggio delle concentrazioni di ozono e biossido di azoto al suolo mediante campionatori passivi e restituzione cartografica delle concentrazioni medie stagionali (aprile - settembre).
L'indagine ha messo in evidenza la presenza di elevate concentrazioni di ozono e gli effetti del traffico veicolare in prossimità delle principali arterie stradali.
I risultati evidenziano come l'inquinamento atmosferico derivante dalle attività umane può interessare anche aree protette e rappresentare una minaccia per l'equilibrio degli ecosistemi.

Localizzazione dei siti di misura

Mappa delle concentrazioni di ozono

Progettazione, realizzazione e validazione di un sistema prototipale a basso costo con alimentazione FV per la misura dell'ozono troposferico in aree remote
La misura dell'ozono troposferico in aree remote, dove spesso questo inquinante raggiunge le concentrazioni più elevate, richiede la disponibilità di strumenti di misura in continuo che possano essere indipendenti dalla disponibilità di un allacciamento alla rete elettrica. Su incarico del CNR - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, abbiamo realizzato e validato un prototipo per la misura dell'ozono.

Il sistema realizzato è composto da un analizzatore UV in grado di determinare le concentrazioni di zono nell'aria ambiente e di dispositivi per permettere l'impiego in climi difficili.

Caratteristiche dell'analizzatore in continuo
Principio di funzionamento: UV a 254 nm
Range dinamico lineare: 1.5 ppb - 250 ppm
Risoluzione:  0.1 ppb
Precisione:  > 1.5 ppb o  2% delle misure
Accuratezza: > 1.5 ppb o 2% delle misure
Limite di rilevabilità:  3.0 ppb
Intervallo di misura:  10 s

Calibrazione con standard - NIST

Lo strumento è stato testato per circa sei mesi ed è stato posto a fianco di una stazione di monitoraggio di ARPA Lombardia.
I risultati del confronto tra i dati rilevati dai due strumenti è risultato decisamente soddisfacente.


Sviluppo di un sistema informativo per l'ottimale localizzazione degli impianti zootecnici ai fini della prevenzione dei disturbi olfattivi - Il progetto SIOL
Il progetto è stato presentato e finanziato nell'ambito del bando per la ricerca in agricoltura della Regione Lombardia. Obiettivo della ricerca è stato l'individuazione di criteri sintetici che potessero essere utilizzati per definire le aree in cui la zootecnia può svilupparsi senza creare disturbi di natura olfattiva, quelle in cui sono necessarie precauzioni e vincoli e, infine, quelle dove è necessaria un'azione di risanamento.
Il progetto si è basato sull'impiego del software Calpuff, mediante il quale sono state condotte simulazioni. Sulla base di questi risultati è stato sviluppato un applicativo denominato DMS-Distanze Minime di Sicurezza con il quale è possibile sviluppare simulazioni e classificare il territorio.

La densità dell'allevamento animale in Pianura Padana e la prossimità delle aziende zootecniche alle aree residenziali crea situazioni di tensione tra allevatori e residenti più prossimi

E' dunque importare definire in quali aree la zootecnia possa svilupparsi ulteriormente e quali debbano investire per rendere le strutture zootecniche adeguate 

Gli strumenti modellistici di dispersione atmosferica possono risultare eccessivamente onerosi per mappare il territorio per quanto attiene i disturbi odorigeni

L'applicativo DMS, sviluppato nell'ambito di questa ricerca consente anche a piccoli comuni, agli operatori e progettisti di avere un quadro di massima dell'eventuale disturbo olfattivo  determinato dalle aziende zootecniche sul territorio